Engliano

L’engliano è una non-lingua inventata da persone che mai, a nessun titolo, dovrebbero proporsi come traduttori. Sgradevole a dirsi, ma vero.

Solitamente (ma non sempre) si tratta di madrelingua italiani che sanno un po’ d’inglese. O magari ne sanno anche parecchio, ma questo non fa di loro dei traduttori.

E infatti uno dei problemi più spinosi nell’ambito delle traduzioni è che quasi nessuno capisce la differenza tra essere capaci di parlare, vivere e lavorare in una lingua straniera (azione che decine di milioni di persone compiono tutti i giorni nel mondo) e fare il traduttore.

Bilingue ≠ Traduttore.

Ovviamente, un traduttore deve sapere almeno una lingua straniera: ma al mondo, appunto, milioni di persone conoscono una o più lingue straniere. Allora sono tutti traduttori?

Ovviamente, no. Per fare un traduttore ci vogliono la competenza in una lingua straniera e una grandissima abilità nella scrittura della propria lingua madre. La differenza sta nel saper scrivere in inglese non «benino» o «abbastanza chiaramente», ma in modo magistrale: vale a dire che i veri traduttori sono rarissimi.

La filosofia dell’engliano, invece, è che la lingua non conta poi così tanto; che il significato del testo originale italiano non è poi così importante; che scrivere in un inglese limpido e ben strutturato non serve. In engliano, l’unico elemento davvero bilingue è la sciatteria.

Ed ecco alcuni esempi di engliano—da fonti insospettabili.

Dal sito ufficiale del campione del mondo di calcio, Alessandro Del Piero.   Dal sito ufficiale della celebre ugola d’oro italiana Tiziano Ferro.
Dal sito del celeberrimo giallo di Giorgio Faletti, Io uccido, pubblicato da Baldini Castoldi Dalai.   Dalle informazioni per gli studenti reperibili sui siti delle Università per Stranieri di Siena e Perugia.
Dal sito dell’agenzia viaggi Vertours, «My Verona».   Siti istituzionali: il ministero di Grazia e giustizia italiano e il sito dell’Arma dei Carabinieri.

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Versione italiana di Isabella Zani.

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