(O mio dio) «Verona»

Dal sito «My Verona» dell’agenzia viaggi Vertours, la descrizione dell’Arena di Verona, “il monumento più importante della città:

Roman amphitheater of the first half of the Ist century a.D., one of the best kept in the world. The monument – symbol of the city – was named after the Latin toponym which means sand that covered the stalls. It is the third roman amphitheater for dimensions (after Colosseo in Rome and the amphitheater in Capua), reached in a well kept condition until today…. Under the monument have been found traces of a complex system of hydraulic plants through which the water was poured in for the naumachia (water games) and to clean the amphitheater…. From 1913, the Arena has become center of the most important lyric open theatre in the world.

Commento: i siti commerciali e turistici «tradotti» in engliano sono moltissimi, così come quelli di centinaia di importanti musei, chiese e monumenti nazionali; questi ne sono solo due esempi. Nell’estratto dal sito del ministero di Grazia e giustizia si noti l’assoluto vuoto di senso della prima frase, insieme alla generale verbosità burocratica. Un bravo traduttore scrive bene: se il testo originale è malscritto, il traduttore abile crea comunque un testo inglese limpido e plausibile. Nel secondo esempio, si noti l’impossibilità di distinguere tra la morfologia della frase italiana e quella inglese, tipica dell’engliano. Un altro inequivocabile indizio che il lavoro non è stato svolto da un madrelingua è la scelta del tempo verbale nell’ultima riga; gli italiani che studiano l’inglese hanno sempre difficoltà a padroneggiare il corretto uso del passato remoto rispetto al passato prossimo nelle proposizioni temporali. Qui il traduttore voleva dire che «Fin dal 1913, l’Arena è divenuta…», oppure che «Nel 1913, l’Arena divenne…» ma, in inglese, non è riuscito a dire nessuna delle due cose; un traduttore anglofono di scarse competenze può commettere molti errori, ma non questo.

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Versione italiana di Isabella Zani.

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